Ludovica Carbotta
Monowe, installazione e audio guida

​Ingresso da via del Porto, via Fratelli Rosselli, via Azzo Gardino
 

Ludovica Carbotta 
Monowe, installation and audio guide

Access from via del Porto, via Fratelli Rosselli, via Azzo Gardino

Attraverso un dialogo fra luoghi reali e immaginate, Monowe parte da una riflessione e immaginazione del futuro in relazione allo spazio pubblico della città. Sfruttando le forme architettoniche esistenti, l'intento è quello di rappresentare un ambiente ipotetico per un'immaginaria comunità del futuro, pensato dall'artista come una città sopraelevata rispetto a quella reale. 
Monowe è una città in fase di costruzione, costruita in altezza, che sovrasta gli agglomerati urbani esistenti ed è progettata per essere abitata da una persona soltanto. Questa ipotetica città del futuro, destinata a estendersi e crescere nel tempo, è costituita da ponti, passerelle e scale e a Bologna fonda i propri punti di accesso. Monowe esaspera il modello delle gated communities, trasformandosi in un luogo talmente esclusivo, da diventare una meravigliosa prigione di isolamento sociale.
Per tutta la durata della mostra l'installazione di Ludovica Carbotta è fruibile attraverso un audio guide tour che illustra il progetto, la genesi e lo sviluppo di questa città immaginaria. L'audio guida è scaricabile in forma di podcast tramite soundcloud direttamente da 

https://soundcloud.com/on-public/monowe 

In occasione dell’opening del 22 gennaio sarà trasmessa da una serie di lettori MP3 a disposizione del pubblico. Nei tre tre giorni di ART CITY Bologna (29-31 gennaio), e per tutto il mese di febbraio, inoltre, i lettori MP3 saranno distribuiti presso la reception di MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in via Don Minzoni 14. 

The artistic practice of Ludovica Carbotta focuses on the physical exploration of the urban space and on how individuals establish connections with the environment they inhabit. Hovering on the boundaries between reality and fiction, recent works combine installations, texts and performances reflecting around the notion of site, identity and participation. Specifically I am exploring what I call fictional site specificity, a form of site-oriented practice that considers imaginary places or embodies real places with fictional contexts, recovering the role of imagination as a value to construct our knowledge.

Ludovica Carbotta is invited by ON to develop a project for the public space of Bologna, in particular by using the scope of experimentation with architectural forms for examples of collective constructions.

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